L’ultimo post che ho scritto (Che soddisfazione!) mi ha
ispirato una riflessione.
Si fa un gran parlare di come coinvolgere
le persone nell’hobby del wargame.
C’è addirittura chi parla a cuor leggero
di… “fare proselitismo”.
E’ un concetto che, per mia formazione, mi
mi mette a disagio.
Sta passando sempre più l’idea fuorviante che il
solo modo per “coinvolgere” chi è a digiuno di wargame sia preparare tavoli
ultra-professionali, con ambientazioni e miniature ineccepibili.
Che errore!
La creatività non è un fatto semplicemente tecnico.
La
creatività è inclusiva. MAI esclusiva.
E non ha canoni. Che piaccia o no, non ne ha.
Spero che dopo le scuole di calcio e
quelle di scrittura creativa, qualcuno non pensi di fondare le scuole di
wargame.
Una volta sono stato ripreso per aver
scritto “facciamo una partita a wargame?”.
"Partita? Non è mica un gioco, caro mio!!!", mi
hanno detto.
Infatti è un GAME…….
Sapete: mi rendo sempre più conto che per
appassionare le persone intelligenti la "Creazione Perfetta" conta (conta?) molto meno
dell’atto primordiale del creare dal nulla e da sè stessi. E che il creare per piacere, diletto e
divertimento, anche improvvisando, è indipendente da qualunque tecnica o
tendenza del momento.
Fidatevi.
Riflettendo riflettendo...
RispondiEliminaQuesto concetto di dover fare a tutti i costi proselitismo, devo dirlo con franchezza..., sta cominciando a "smarmellarcelo" un po'...
Credo sia dovuto al fatto della ricerca dell' immortalità insita nell' uomo...ho così tante miniature ma...dopo...quando non ci sarò più? Le butteranno? E allora vai col proselitismo sperando che qualcuno continui la mostra passione...Attenzione, qualcuno continuerà, magari non con le vostre miniature, che magari faranno una brutta fine..., ma comunque continuerà ;-)
Discorso diverso è il "farsi notare" come associazione o come movimento. In questo caso è assolutamente necessario il massimo livello possibile di qualità, proprio per impressionare giornalisti, enti locali et similia...
Per quanto riguarda la creatività questa deve necessariamente legarsi alla tecnica esecutiva ed alla esperienza pratica. La creatività pura e semplice è solo un ammasso caotico che non porta a niente...
Per quanto poi riguarda le parole "partita", "gioco" e "simulazione" in Italia si fa una gran confusione...
In effetti più il wargame diventa complesso meno è semplice gioco. A quel punto ognuno sceglie il livello di difficoltà che gli permette il suo tempo libero...
Meditate gente...meditate...
Marzio.
Non posso che concordare. Giusto per chiarezza: ho voluto appositamente precisare che la creatività non è un fatto "semplicemente tecnico", cioè che non è SOLO tecnica. Grazie per il tuo sempre prezioso contributo.
RispondiEliminaProselitismo è proprio una brutta parola, mi ricorda tanto il rapporto tra un"maestro" e dei "novizi".
RispondiEliminachi lo ha usato con così leggerezza ha una grande stima di se, poca stima degli altri e una elevata necessità di farsi notare:
confonde il GIOCO del wargame con qualcosa di diverso, la parte più brutta dello sport.
Ho subito questi atteggiamenti tanti anni fa quando ero ancora un adolescente in un club di modellismo: è stata la ragione per la quale me ne sono andato.
Il wargame dovrebbe essere prima di tutto un gioco ma a seconda di chi incontri è anche l'ambiente miniatura della sua vita.
Ci saranno sempre coloro che si prendono troppo sul serio, chi del wargame ne fa una religione, chi ci guadagna sopra.
E stai certo che uno di questi fonderà anche la scuola di wargame un giorno (ma forse esiste già..).
L'importante invece è trovare qualcuno che la pensa nel modo più conforme alla tua idea di wargame. Solo così ti divertirai.
Il creare è una forma d'arte, necessita sempre della tecnica e quindi della scienza.
La pittura di una miniatura può essere una forma d'arte, nel senso più bello del termine,
la ricerca della manualità portata al bello.
L'arte libera emozioni e dipingere non è un problema se conosciamo e amiamo i nostri limiti.
E' invece un problema trovare qualcuno con cui fare una partita e una volta trovato
saper proseguire assieme una strada comune.
Volendo è un pò come la storia della vita di coppia, si sta assieme finche ci sono desideri, passioni e cose da condividere..
Ricordiamoci che è un gioco. Non fasciamoci troppo la testa :-)
Che dire. Parole intelligenti. Grazie Ale e a presto col nostro vecchio progetto.
EliminaCarissimo Roby,
RispondiEliminacome vedi giro sempre sul tuo blog e rimango sempre basito da queste tue riflessioni.
Basito perchè a mio avviso non dovrebbe esistere alcuna causa per farti ribadire concetti che dovrebbero essere ovvi e sacrosanti. Ma purtroppo non è così.
Quello che non riesco a capire è l'ecessiva estremizzazione dei modi di fare wargame. Insomma a Tizio piace giocare con miniature dipinte perfettamente e storicamente accurate su plastici che nemmeno Leonardo avrebbe mai potuto creare, mentre a Caio piace giocare con fogli di carta stampati utilizzando libri come colline, bicchieri come torri e stracci come fiumi.
Due approcci totalmente diversi e l'uno apparentemente all'opposto dell'altro. Eppure tutte e due leciti e soprattutto con uguale dignità. Uguale dignità. Ecco le parole magiche.
Riconosciamo che ciascuno ha il diritto di vivere un hobby come preferisce, investendoci il tempo e le risorse che preferisce e non per questo consideriamolo migliore di o peggiore di.
Se invece poniamo gerarchie e vogliamo definire esattamente cosa significhi l'hobby wargame, beh, creiamo quelle chiusure ed estremizzazioni che in questi anni hanno solo fatto male al wargame e che sono un vizio talmente italiota da appassionare in discussioni come la fede calcistica.
Io rimango dell'idea che debba giocare come si vuole, anche con i tappi di sughero (tanto la fantasia l'abbiamo) se ciò significa divertirsi e passare momenti sereni e lieti.
Ma si sa, io sono un "Ribelle" per natura
A presto compare
Pierpaolo
Grazie Pierpaolo, tra Ribelli ed Eretici c'e' una certa affinità, eh eh eh!
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