domenica 27 maggio 2012

Meglio fisso che mobile...

Ieri, in un commento sul Blog di ZERLOON, sostenevo la quasi impossibilità di portare avanto l'Hobby senza una postazione di lavoro fissa
A lungo mi sono illuso di poter sostenere una situazione di "precarietà", con una postazione mobile da "montare e smontare" ogni volta, anche per sessioni di lavoro minime, di 15/20 minuti. 
L'idea, GIUSTAMENTE, è fallita, compromettendo la mia attività pittorica, fino all'abbandono.
La cosa mi è sempre sembrata poco accettabile. Un limite frustrante che non sono riuscito mai a digerire.
Stamattina, con la preziosa collaborazione della mia dolce metà, che ha pazientemente dato il via libera, ho ottenuto di rendere fisso il mio tavolo mobile, in un angolo del soggiorno, prendendomi la responsabilità di non lasciarlo "degenerare".

In questo momento di pausa wargameistica, pensare e agire "strategicamente", sembra più facile e utile!

Un angolo fisso. Mi piace!

Chiedo scusa per le pantofole...

Lei dovrà spostarsi, ma solo di poco...

sabato 26 maggio 2012

4° Torneo Manipolare

IV° TORNEO "MANIPOLARE"

RISULTATI 
IV° Torneo Manipolare
GIORGIO - ROBY
      1-2,  0-2
GIORGIO - MARCO   0-1,  0-1
ROBY - MARCO          0-1,  1-0


CLASSIFICA IV° Torneo Manipolare
ROBY           9
MARCO       9

GIORGIO    0


Gran bel gioco al Pappo Stadium e nemmeno una partita finita 0-0!!!. ROBY (IO) vince il suo terzo Torneo, ma solo per differenza reti!!! (+1 gol su Marco). Crollo clamoroso di Giorgio che finisce a 0 punti. Molte contestazioni al termine dell'ultima partita con accuse pesantissime agli arbitri e alla Lega Pappiana Subbuteo

Vediamo ora le classifiche complessive:


CLASSIFICA COMPLESSIVA su 4 Tornei
ROBY          26   
MARCO      20
 
GIORGIO   15  


CLASSIFICA "TORNEI VINTI"
ROBY          3
GIORGIO   1

MARCO      0



...calcio d'altri tempi...

martedì 15 maggio 2012

Periodo di riflessione

Ho deciso di staccare dal Wargame.
In modo netto.
I motivi sono tanti.
Primo tra tutti, il lento me inesorabile rarefarsi del tempo di gioco, ridotto ormai a zero.
La parte pittorica e modellistica, invece, era sostanzialmente già cessata da anni.
Ad essere franco, ormai da troppo tempo, non c’è un progetto che mi interessi davvero, che mi prenda e mi appassioni.
Vorrei, ma proprio non c’è.  
La cosa non mi turba. Davvero.
Non voglio continuare solo “a parole”, giusto per non perdere “contatto” con il Wargame.
Trascinarsi per abitudine non ha senso
Non è utile, né divertente.                                                              
Ho letto da qualche parte che per conoscere noi stessi dovremmo imparare a distinguere le cose che ci piacciono davvero da quelle che, per qualche ragione, vorremmo tanto che ci piacessero.
Le prime sono passioni reali, le seconde illusioni a scadenza.
Chissà.......

Per ora vi saluto. E buon Wargame a tutti!!!

venerdì 4 maggio 2012

L'insostenibile leggerezza del "background"...

Il post “giocografia” di Alessio, l’intervista ad Andrea e la lettura di decine di esperienze  nell'ambito del nostro hobby,  mi ha chiarito l'importanza fondamentale del background personale.
Il background più comune ha spesso che fare con vecchi giochi da tavolo su cui ci si è fatti le ossa, con letture di storia militare, con il modellismo praticato sin dall’infanzia. Un cumulo di esperienza ludica che nel tempo ha aperto le giovani menti, preparandole all’esperienza del Wargame 3D.
Non sto cercando di formulare regole generali, ma di comprendere la mia anomalia tramite la mia storia.
E in effetti, io non ho una storia ludica di tipo evolutivo, cresciuta di gioco in gioco, di sistema in sistema, fino al raggiungimento di una certa padronanza nella gestione della complessità wargameistica.
Ho cominciato con un bustone di soldatini simil-1/72 da bancarella, ricevuto in regalo. Rossi e Blu, pieni di sbavature. Brutti al limite dell’orrendo. Li schieravo per terra ed emettevo suoni che simulavano il rumore della battaglia. Più avanti cominciai a giocare con un amico il quale, armato dei suoi meravigliosi Atlantic 1/72, dimostrava cordiale disprezzo per i miei poveri palsticoni. Non sapendo tollerare la vergogna, acquistai scatole su scatole di Atlantic (mai pagati più di 500/600 lire a confezione).
Il nostro primo “regolamento” fu semplice: piazzavamo i soldatini rigorosamente NON dipinti sul pavimento, lanciavamo a turno un oggetto  per colpirli. Chi restava senza miniature in piedi, aveva perso la battaglia.
Nel corso degli anni (Scuole Elementari e Medie) affiancammo al gioco tutto un "mondo narrativo” elaboratissimo creando 2 Imperi (li conoscete già come Undez e Petra) che poi si unificarono (Petrundez) contro il coetaneo di turno. Nessuno però riuscì a sopportarci a lungo. Gli altri ragazzini si stancavano dei nostri mondi troppo astratti e complessi. Credo ci considerassero strani. Arrivammo entrambi a registrare per iscritto ogni evento, raggiungendo un livello di complessità impressionante: genealogie di imperatori, elezioni politiche, popolazioni ed etnie sempre più numerose, evoluzione tecnologica fino alle guerre spaziali, logistica, cartine geografiche e mappe (le piantine dei rispettivi appartamenti, che erano i territori reali dell’Impero), combattimenti per la conquista di pezzi di mobilio o di intere stanze. 
Le regole di gioco, invece, cambiarono poco: aggiungemmo nel corso degli anni delle regole sulle le truppe nascoste, sul conto dei feriti (i soldatini caduti a pancia in giù) e dei prigionieri, sull’utilizzo di alcune armi più complesse (lancio di oggetti più grossi o lanci doppi), sulle avanzate, sui mezzi (fatti di costruzioni).
Mai, mai e poi mai utilizzammo i Dadi o regole vere e proprie.
Mai provammo giochi da tavolo.
Mai, sostanzialmente, sbattemmo la testa sulla lettura di regolamenti di gioco o ci avventurammo in scenari o eserciti, che non fossero frutto della nostra fantasia.
Con l’avvento delle scuole superiori, io gradualmente abbandonai questa passione (aimè!!!), dimenticandomene per una quindicina di anni, ma ritrovandola da qualche anno a questa parte.
Mi rendo conto di non avere un background tipico alle spalle e di non poterlo più recuperare. La mia esperienza con i soldatini, che ora chiamo “miniature” (!?!), è grezza. Zero teoria. La Fase di Fuoco era: "BANG e lancio di oggetti"; la Fase di Movimento era: “non ti conviene andare dove il nemico può colpirti”. Stop.
Ora comprendo meglio e accetto con più serenità, la mia incapacità di studiare Regolamenti, di qualsiasi tipo e complessità; l’odio per i modificatori; l’intolleranza agli obblighi storici, modellistici e uniformologici. E mi spiego anche la necessità inderogabile di raccontare e inventare e di dare un senso narrativo a qualsiasi battaglia. E mi spiego anche perché, nonostante tutti gli sforzi ed i tentativi, non troverò mai nulla che possa sostituire i miei Crossfire e Fantasy Warriors