In attesa delle miniature da dipingere (dovrò rivedere il mio giudizio sulla celerità di alcune ditte) mi sono dedicato a buone (e brevi) letture, traendo qualche spunto illuminante dall’articolo "Thoughts on wargame rules design" di N. Lloyd. Premetto che si tratta di considerazioni personali e non di un commento puntuale dell’articolo citato.
Nel wargame la semplicità è un valore fondamentale. Più complicato è un Regolamento, più libertà d’azione si lascia ai LEGALISTI del gioco. Sedicenti esperti, essi traggono piacere dal vincere battaglie su battaglie, tornei su tornei, grazie alla conoscenza precisa di ogni regola e di ogni eccezione. Sovrani dello sberleffo appena accennato (sguardo freddo ma leggera contrazione del labbro superiore), stanno lì, sempre all’erta, in attesa che tu, povero sperimentatore appassionato del gioco giocato, inciampi sul comma e ti vedi cinicamente annullata la mossa decisiva, compromettendo così la tua sudata strategia ("la Legge non ammette ignoranza, somaro!"). La tattica è perfetta: colpisci il tuo avversario làddove è più debole, peggio per lui se non ha passato gli ultimi anni a studiarsi le norme e i loro emendamenti. Sono fortissimi, quasi imbattibili, i giocatori di Regolamenti.
Semplice però non significa banale. Il minimalismo quantitativo nelle regole, nelle eccezioni, nella descrizione delle situazioni particolari o nella produzione di Tabelle, non è necessariamente sinonimo di semplicità. Ciò che conta davvero è che le regole abbiano una logica evidente, siano intuitive, siano facili da leggere, capire, applicare e ricordare e che le Tabelle, spesso usate come oscuro contenitore contabile, fatto di numeri, incroci e rimandi ad altri rimandi, siano invece limpidi schemi di fruibilità delle regole stesse. Insomma, strumenti di chiarezza.
La complessità nel “design” di un wargame, è una ricchezza (e un piacere) se è funzionale alla fluidità del gioco giocato e non costringa a passare tutto il tempo con la testa in un libro (bookkeeping, che passione…).
Il susseguirsi logico e intuitivo delle varie azioni di gioco, dovrebbe andare di pari passo con un uso molto limitato di supporti estranei al campo di battaglia (counters, foglietti, matite, calcolatrici, secchiate di dadi multifaccia): le miniature e la loro posizione sul tavolo, dovrebbero avere in sé una funzione esplicativa, sufficiente, e comunicare quanto basta a fare le mie mosse tattiche o strategiche e a valutare quelle dell’avversario.
Mi chiedo: questo tipo di semplicità esiste o è solo un’utopia?
Articolo molto interessante!
RispondiEliminaMi sento di dissentire però sul discorso legato ai "legalisti", è sicuramente sbagliato torcere le regole a proprio vantaggio, ma a mio avviso è altrettanto sbagliato voler fare qualcosa che le regole non permettono.
Come se durante una partita di calcio facessi una schiacciata e poi pretendessi che il gol sia valido perché era una bella azione. Non esiste. Le regole sono la fisica dei giochi, basare la propria tattica su qualcosa che non si conosce è come se un Generale chiedesse ai suoi soldati di volare.
Insomma sapere le regole del gioco è un dovere di entrambi i giocatori, così come applicarle bene.
Riguardo alla semplicità, il problema è trovare il compromesso.
Maggiori le variabili da tenere in conto, maggiori le possibilità da regolamentare.
Prendi ad esempio Warhammer (Fantasy o 40K, fai tu). Terreni di ogni genere e dimensione, missioni diverse a ogni partita, razze diverse tra loro ognuna con regole particolari scritte magari ad anni di distanza. E' ovvio che per quanto si voglia semplificare ci saranno sempre punti oscuri.
Prendi ora gli scacchi, nessun terreno, nessuna variabile, nessun dubbio.
Una via di mezzo è sicuramente possibile, e credo ne esistano tante che si spostano verso un lato o l'altro dello spettro, bisogna solo riuscire a trovare il proprio giusto compromesso :D
Concordo. Le regole vanno rispettate, altrimenti giochiamo giochi diversi. Ciò che intendo è: più semplice è un regolamento, più semplice è acquisirne velocemente le regole, e sfuggire alle trappole dei legalisti che, ti assicuro, esistono e come (...hai mosso mezzo millimetro più del lecito...mossa annullata...vinco il torneo...wooowooowooww...)
RispondiEliminaCome sai questo argomento mi è molto caro. Nel leggere il tuo bel post i cui ragionamenti li sento anche miei, riflettevo su quanto la semplicità nel wargame sia oggettiva e quanto sia soggettiva. Il peso dei due fattori sulla bilancia della semplicità, tanto per dare due numeri, credo non sia una parità, potrebbe essere un 40-60: la parte soggettiva è preponderante e farà pendere il piatto sempre da una parte. La cosa mi porta pertanto a pensare ad un assurdo logico, cioè che tale argomento (la semplicità nei regolamenti) sia oltremodo "complesso" da schematizzare. La prova semplice del resto la trovo quando vedo i miei amici giocare monster Game, come la battaglia della Moskowa, con una "naturale semplicità". Rimango allora nuovamente perplesso nel fissare una definizione. Quello che mi è certo è che ciò che è logico ed intuitivo per gli altri non sempre lo è per me. Nel rispondere allora alla tua domanda: esistono regole che possono calarsi nella definizione di un "susseguirsi logico ed intuitivo delle varie azioni di gioco...?": non me la sento di dire di no, perché nel variegato mondo dei regolamenti e dei giocatori la probabilità di trovare una soluzione è non nulla ed esce dall'utopia. Sono pertanto un ottimista. Ciascuno ha buone probabilità di trovare il suo regolamento "giusto" perchè esistono tanti buoni regolamenti. Qui però abbiamo risolto solo il 40% del problema. Il problema grosso rimane: trovare e raggruppare le persone che abbiano gli stessi gusti in fatto di regolamenti, giochi etc che vadano d'accordo e che possano fare almeno una partita, in modo da divertirsi e ritenere l'esperienza ripetibile:-) Questa è la parte meno semplice.
RispondiEliminaIn questo però i club e le associazioni forniscono un buon supporto. Scusa forse sono uscito dal seminato, forse no.
Buon gioco! CIao
No. Non sei uscito dal seminato. Anzi, hai colto il punto (non avevo dubbi!). Qui definisco una "semplicità" assolutamente soggettiva. Mi meraviglio sempre di come cose impossibili per me siano insignificanti per altri. E viceversa. L'utopia, forse, è comprendere davvero cosa "scorre liscio" per sè stessi e dedicarsi appassionatamente.
RispondiEliminaLa semplicità come principio base di un regolamento è la vera chimera. E' molto più facile aggiungere regole e cavilli (io ho fatto Legge... sob!)piuttosto che semplificare.
RispondiEliminaL'idea che le miniature e la loro posizione di per sè "raccontino" e siano "esplicative" è la sintesi che ritengo più vera.
Non credo sia una chimera. Credo piuttosto, frequentando vari forum, che la "semplicità" non sia gradita alla magior parte degli appassionati.
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