giovedì 22 gennaio 2009

I Confini di Foghorn - CAP. 4

Quintopia, la capitale di Undez, sei anni fa. GENNAIO 2003.
Durante lo storico discorso al Violet Stadium, Robert Palansky, acclamato dalla folla, emanò il Repubblicanissimo Proclama, mettendo fuori legge su tutto il territorio Undez, i titoli nobiliari e i diritti di possesso territoriale da essi derivanti.
La decisione, spettacolare quanto improvvisa, non fu senza conseguenze, essendo il paese basato su un sistema a struttura essenzialmente feudale.
Il consenso popolare che ne derivò, legittimò Palansky a procedere alla pacificazione forzata di alcune zone ed alla requisizione, spesso solo nominale, di terre e possedimenti.
Rivolte, guerre intestine e azioni dimostrative di varia natura, considerate inevitabili, furono tenute sotto controllo, nonostante tutto.
L'oratoria populista di Palansky fece del caos controllato una precisa scelta tattica e del vittimismo popolare un'onda travolgente da cavalcare senza pudore. Lotte tra fazioni e piccole rivoluzioni popolari, organizzate ad arte, si rivelarono più utili della pace a scovare ed eliminare i nemici più pericolosi e gli amici meno accomodanti.
Sei anni sono un tempo troppo breve per comprendere con chiarezze le conseguenze delle proprie scelte, ma sufficiente a guardare indisturbato i propri avversari manipolati scontrarsi, per un futuro che non potranno mai neanche immaginare.
La Rivista di Geopolitica Petrundez, nell'ultima edizione congiunta, distingue i 3 Rami principali del Casato dei Duchi “Pappi”, i quali, nei secoli precedenti alla Grande Guerra, avevano rappresentato il nucleo centrale del potere Undez e si erano divisi, non senza frequenti deroghe alla pace familiare, il controllo del territorio, contribuendo non poco al ritardo di sviluppo rispetto a Petra.
Sopravvissuti all'avvento dell'ultima era repubblicana e democratica dei Petrundez mantenendo privilegi territoriali in cambio di un invisibile quanto efficace controllo sociale, diventarono il bersaglio preferito di Palansky sin dalla sua nomina a Comandante della Fo.Or..
Legati a vetuste tradizioni sociali e militari e tagliati fuori dalle nuove scoperte tecno-archeologiche, non erano più né una classe politica locale affidabile né una minaccia credibile, per cui era tempo di disfarsene per il bene comune.

In seguito al proclama, il Duca Pappo Lorèd, il più lungimirante e realista dei 3, dichiarò immediatamente la sua lealtà incondizionata alla Repubblica, assoggettandosi alle scelte del popolo e di Palansky.
Iniziò da quel momento una brillante carriera militare che lo portò all'attuale incarico nelle Special Secret Forces. Nessuna meraviglia destò la tempestività delle sue decisioni, essendo Pappo cugino di Palansky e suo consigliere fidatissimo dai tempi della Scuola Militare, nonostante Palansky fosse stato ripudiato con disonore dalla casa dei Lorèd, per la sua adesione incondizionata alla repubblica.
Resta attualmente una sacca di resistenza non precisamente localizzata, che agisce clandestinamente intorno alla capitale, Quintopia, guidata da Publio Romano Lorèd, altro cugino di Pappo, autoproclamatosi reggente.

Molto più complessa è la situazione negli altri due ex-ducati, confinanti e situati nell'estremo Nord, i quali continuano ad esercitare incontrastati un forte controllo sul territorio, sia pur in maniera del tutto illegale.
Nel Nord-Ovest, è localizzato il l'ex Ducato di Lorànge. Nominalmente retto dall'anziano e debole Pappatacio Laerte, è terra di eterne lotte, divisa tra i signorotti locali, e caratterizzata dal mantenimento di una struttura anacronisticamente feudale con una popolazione di contadini-soldati. Ai margini del tempo, è vittima di una sanguinosa faida per la successione, di cui non si comprende l'utilità.
Nel Nord-Est, l'ex Ducato di Logreen è nelle mani dell'aggressivo Ippocampo IX, succeduto con un colpo di stato al fratello Ippocampo VIII, ora esule, quando questi, imitando la scelta repubblicana di Pappo Lorèd stava per cedere ogni potere alla Repubblica. Dittatore sanguinario e coriaceo, ha fatto della violenza e dell'imposizione la sua via alla sopravvivenza ed alla modernizzazione.


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