venerdì 30 gennaio 2009

BREAKING NEWS!!! ELECTION DAY!!!

"Comunichiamo, in anteprima, i risultati definitivi delle prime elezioni democratiche per il Congresso della Repubblica Undez:

FR.AZ.AP. : 30%
GRU.G.N.U.: 28%
A.V.F.: 23%
R.U.G.A.: 19%
Le elezioni si sono svolte regolarmente, a parte un tentativo di sabotaggio di un seggio elettorale da parte di un gruppo di facinorosi, sedicente "VARCUS FANATICUS", subito arrestati dalle forze di sicurezza. Tra di loro un certo Ghip DYZANZIP, in possesso di sospetti documenti petrani." (by Undez News Chanel).

venerdì 23 gennaio 2009

I Confini di Foghorn - CAP. 5

Palansky chiuse gli occhi.
Bisognava trovare il modo di trarre vantaggio dal caos in cui Undez si trovava.
"Mantenere la calma e tenere unito il paese", pensò, a dispetto dei venti di guerra sempre più minacciosi e della frammentazione territoriale.
La possibile soluzione giaceva da anni in un cassetto della sua scrivania. Lo aprì e tirò fuori un fascicolo dalle pagine satinate:
"Progetto per una società politica avanzata", lesse ad alta voce, forse per essere più convincente con sè stesso.
Decise, finalmente, che era la via da seguire.

Il paese si sarebbe dotato di un Congresso monocamerale i cui rappresentanti sarebbero stati votati a suffragio universale. Negli anni precedenti il suo Ufficio Politico aveva lavorato alacremente per individuare e coptare le personalità più adatte alla realizzazione dell'idea.
Erano nati quattro gruppi associativi informali di riferimento a cui, pian piano, era stata data l'opportunità di crescere organizzativamente e di diffondersi sul territorio.
Sarebbero stati loro a dividersi i seggi del Congresso.

Il "Fronte di Azione Antipetrana" (FR.AZ.AP.): affidato all'amico Col. Abely, interpretava lo spirito repubblicano e indipendentista di Palansky stesso. Sarebbe diventato il supporto democratico alle politiche presidenziali, calamitando la partecipazione della parte di popolo più sensibile ai sentimenti antipetrani.

Gli "Amici del Varco Futuro" (A.V.F.): movimento animato dai "Teorici del Varco", studiosi e modernizzatori, convinti assertori della possibilità di oltrepassare i confini di Foghorn. Palasky era sempre stato scettico e continuava ad esserlo, soprattutto ora che il movimento stava assumendo inquietanti connotazioni pseudoreligiose. Si narrava di veri e propri pellegrinaggi alla volta delle "Interminabili Foreste". A volte sembravano una setta di invasati. Ma proprio per questo, potevano rivelarsi molto utili alla causa.
Il loro potenziale di influenza sull'opinione pubblica era davvero enorme.

Il "Raggruppamento Unitario delle Genti Antiche" (R.U.G.A.): affidato all'esule IPPOCAMPO VIII Logreen, avrebbe dovuto raccogliere le adesioni di quella parte di ex Nobiltà stanca dell'assurdo comportamento dei "Duchi Pappi", in cambio di una certa influenza politica all'interno della repubblica.

Infine, il "Gruppo per la Grande Nazione Undez" (GRU.G.N.U.): movimento ben organizzato, guidato da quella parte di diplomazia Undez vicina alle esigenze della South Undezia di cui puntava a portare nel nuovo Congresso, esigenze e aspettative. Questo coinvolgimento sia pur indiretto della South Undezia, con l'implicito benestare del suo leader 'Ddumà Lalàmpa, apriva la strada alla futura unificazione politica e territoriale e tagliava fuori ogni possibilità di replica a chi si fosse illuso che l'alleanza anti-petrana fosse un viatico all'indipendenza della South Undezia.
Palansky fece le comunicazioni di rito e nel giro di poche ore la TV annunciò che per circa un mese si sarebbero tenute le prime elezioni libere per il Congresso del popolo Undez.

Palansky era soddisfatto. Un altro progetto stava per realizzarsi nelle sue mani.
Era tempo di dare una parvenza di "democrazia" alla sua repubblica indipendente!

giovedì 22 gennaio 2009

I Confini di Foghorn - CAP. 4

Quintopia, la capitale di Undez, sei anni fa. GENNAIO 2003.
Durante lo storico discorso al Violet Stadium, Robert Palansky, acclamato dalla folla, emanò il Repubblicanissimo Proclama, mettendo fuori legge su tutto il territorio Undez, i titoli nobiliari e i diritti di possesso territoriale da essi derivanti.
La decisione, spettacolare quanto improvvisa, non fu senza conseguenze, essendo il paese basato su un sistema a struttura essenzialmente feudale.
Il consenso popolare che ne derivò, legittimò Palansky a procedere alla pacificazione forzata di alcune zone ed alla requisizione, spesso solo nominale, di terre e possedimenti.
Rivolte, guerre intestine e azioni dimostrative di varia natura, considerate inevitabili, furono tenute sotto controllo, nonostante tutto.
L'oratoria populista di Palansky fece del caos controllato una precisa scelta tattica e del vittimismo popolare un'onda travolgente da cavalcare senza pudore. Lotte tra fazioni e piccole rivoluzioni popolari, organizzate ad arte, si rivelarono più utili della pace a scovare ed eliminare i nemici più pericolosi e gli amici meno accomodanti.
Sei anni sono un tempo troppo breve per comprendere con chiarezze le conseguenze delle proprie scelte, ma sufficiente a guardare indisturbato i propri avversari manipolati scontrarsi, per un futuro che non potranno mai neanche immaginare.
La Rivista di Geopolitica Petrundez, nell'ultima edizione congiunta, distingue i 3 Rami principali del Casato dei Duchi “Pappi”, i quali, nei secoli precedenti alla Grande Guerra, avevano rappresentato il nucleo centrale del potere Undez e si erano divisi, non senza frequenti deroghe alla pace familiare, il controllo del territorio, contribuendo non poco al ritardo di sviluppo rispetto a Petra.
Sopravvissuti all'avvento dell'ultima era repubblicana e democratica dei Petrundez mantenendo privilegi territoriali in cambio di un invisibile quanto efficace controllo sociale, diventarono il bersaglio preferito di Palansky sin dalla sua nomina a Comandante della Fo.Or..
Legati a vetuste tradizioni sociali e militari e tagliati fuori dalle nuove scoperte tecno-archeologiche, non erano più né una classe politica locale affidabile né una minaccia credibile, per cui era tempo di disfarsene per il bene comune.

In seguito al proclama, il Duca Pappo Lorèd, il più lungimirante e realista dei 3, dichiarò immediatamente la sua lealtà incondizionata alla Repubblica, assoggettandosi alle scelte del popolo e di Palansky.
Iniziò da quel momento una brillante carriera militare che lo portò all'attuale incarico nelle Special Secret Forces. Nessuna meraviglia destò la tempestività delle sue decisioni, essendo Pappo cugino di Palansky e suo consigliere fidatissimo dai tempi della Scuola Militare, nonostante Palansky fosse stato ripudiato con disonore dalla casa dei Lorèd, per la sua adesione incondizionata alla repubblica.
Resta attualmente una sacca di resistenza non precisamente localizzata, che agisce clandestinamente intorno alla capitale, Quintopia, guidata da Publio Romano Lorèd, altro cugino di Pappo, autoproclamatosi reggente.

Molto più complessa è la situazione negli altri due ex-ducati, confinanti e situati nell'estremo Nord, i quali continuano ad esercitare incontrastati un forte controllo sul territorio, sia pur in maniera del tutto illegale.
Nel Nord-Ovest, è localizzato il l'ex Ducato di Lorànge. Nominalmente retto dall'anziano e debole Pappatacio Laerte, è terra di eterne lotte, divisa tra i signorotti locali, e caratterizzata dal mantenimento di una struttura anacronisticamente feudale con una popolazione di contadini-soldati. Ai margini del tempo, è vittima di una sanguinosa faida per la successione, di cui non si comprende l'utilità.
Nel Nord-Est, l'ex Ducato di Logreen è nelle mani dell'aggressivo Ippocampo IX, succeduto con un colpo di stato al fratello Ippocampo VIII, ora esule, quando questi, imitando la scelta repubblicana di Pappo Lorèd stava per cedere ogni potere alla Repubblica. Dittatore sanguinario e coriaceo, ha fatto della violenza e dell'imposizione la sua via alla sopravvivenza ed alla modernizzazione.


lunedì 19 gennaio 2009

BATTAGLIA DEI 2 PONTI - Scenario per Crossfire (Adattato per Foghorn)



Obiettivo Tattico di entrambi i contendenti: prendere intatti 1 o 2 ponti entro 15 Turni (30 iniziative consecutive). "Prendere un ponte" significa occuparlo DA SOLI (cioè solo con proprie basette) al momento della fine del 15° turno, conservando sul campo di battaglia ALMENO 3 Squadre ed 1 PC.

Obiettivi Strategici:
Se Petra "Conquista i 2 Ponti": Battaglia vinta.
Petra entra in Undez e conquista il diritto di elaborare un nuovo scenario collegato per continuare le vicende di Foghorn.

Se Undez "Conquista i 2 ponti": Battaglia vinta.
Undez entra in South Undezzia ed elabora un nuovo scenario collegato.

Petra e Undez conquistano un Ponte a testa:
Questa situazione "crea" di per sè il prossimo scenario, in cui chi salva più Basette avrà un +1 aggiuntivo sulla qualità del proprio CC. Inoltre nel prossimo scenario, che si svolgerà, a partire dalle posizioni sui 2 ponti, si aggiungerà un Tank a testa e un Plotone di SMG verrà sostituito da uno di Genieri/Antitank.

Sia Petra che Undez non riescono a conquistare neanche un ponte:
Battaglia senza esito. Se si rifà chi ha salvato più basette avrà un +1 sulla qualità del proprio CC.

FORZE IN CAMPO (per entrambi):
1 PLOTONE SMG con PC (+1)
2 PLOTONI RIFLE con PC (+1)
1 CC (+1)
1FO

DISPOSIZIONE INIZIALE:
Si tira 1d6:
Score 1-3: Ponte tra le 2 colline verdi è SOLO PEDONALE, l'altro è anche per TANK
Score 4-6: viceversa.

Poi entrambi tirano un altro d6: chi vince decide da che lato del tavolo giocare (i lati sono quelli paralleli al fiume).
All'inizio entrambi schierano SOLO il Plotone SMG e il F.O. (come se fosse una forza di primo intervento rapido), entro 10 cm dal margine del proprio lato del tavolo. La posizione iniziale verrà scritta da entrambi i giocatori su un foglio in modo che sia simulata l'incapacità di prevedere da dove arriverà il nemico.

Finalmente si tira 1d6 per l'Inizitiva e si comincia a giocare.

All'inizio del 4° Turno , prima della 9^ Iniziativa, arrivano i Rinforzi (il resto della Forza), sempre entro i 10cm e con posizione scritta SUBITO su foglio di carta. Però stavolta prima di schierare i rinforzi ma dopo averne scritta l'eventuale posizione, entrambi tirano 1d6:
SCORE 3-6: OK, Rinforzi arrivano immediatamente. Schierarli secondo quanto scritto sul foglietto
SCORE 1-2: Ritardo. Il giocatore Tirerà 1d6 di nuovo alla prox sua iniziativa senza possibilità di cambiare l'ordine scritto (a oltranza).

ALTRE REGOLE:
Criterio di comando come quello Tedesco in crossfire, x entrambi,

Delirio!!!

"MAI permettere che una figura non dipinta posi la sua basetta sul tavolo da gioco!
Lo abbiamo anche scritto sulla carta costitutiva del nostro club wargameistico, perchè una cosa del genere sminuirebbe inaccettabilmente l'hobby.
Perchè mai denigrare l'abilità artistica di alcuni, invadendo il tavolo con orde di mostri non dipinti? La gente dovrebbe poter vedere l'hobby in tutta la sua gloria e non nell'indecorosa versione in cui lo giocavamo da bambini, su un tappeto, nel salotto di casa".

Ho trovato e tradotto questo DELIRIO su un forum anglosassone per appassionati di wargames. Secondo questo simpatico amico, non dovremmo mai giocare con miniature come queste qua sotto (in un fotomontaggio molto carino, fatto dal buon Gipo!!!!).

Ma fatemi il favore!!!!!!!!!! Pensate a divertirvi!!!
.......a proposito, perchè una volta non giochiamo come da bambini, lanciando una bilia per ammazzare i nemici!!!!!!

sabato 17 gennaio 2009

Baracca

Abitazione povera fotografata in una Bidonville nel Nord di Undez........
(Cartone, Colla vinilica e...nient'altro!!!)

martedì 13 gennaio 2009

Bah...

Non vado particolarmente orgoglioso di questi 9 soldatini della "X MAS". Nostante i buoni consigli ricevuti da più parti, ho deciso di fare di testa mia. In fondo la mimetica non è tanto male (mimetica generica, direi. Storicamente non credo di essere stato particolarmente preciso...), ma le miniature, complessivamente, lasciano un po' a desiderare. Ho fatto fatica a dipingerle.
La ricchezza dei particolari di questi 1/72 della Waterloo 1815, ne rappresenta sia il pregio che il difetto.
Volti sproporzionati e dalle orrende smorfie, baschi in posizione improbabile (li ho fatti volutamente verde ramarro...), pose spesso innaturali.
Danno una sensazione di strano! Forse sono addirittura troppo scolpiti!
Comunque, per l'uniforme mi sono limitato ad un marrone di base (errore!!! avrei dovuto prima passare il nero), poi verde scuro, verde chiaro a pennello secco non troppo secco, chiazze irregolari con kaki e marrone chiaro (sempre in Dry Brush).
Vabbè, potevo fare meglio.
Ho la mia squadra di Commandos per MdE! E per un po' i pennelli riposeranno.
(Faccio notare che l'HMG l'ho riciclato da una scatola di Inglesi della WWI e con un taglierino gli ho modificato l'elmo per farlo sembrare un basco.....).

sabato 10 gennaio 2009

Mi piacciono!!!

Vado particolarmente fiero di queste miniature.
Si tratta di soldati Nord Coreani del KPA (e un paio di Cinesi del CPLA).
1/72 in plastica della Imex, acquistati qualche anno fa negli Stati Uniti. Sono alti praticamente 25mm (quindi più dei classici 1/72) e hanno ottime rifiniture!
Ho sperimentato la tecnica del Dry Brush ed ha funzionato piuttosto bene, sia in termini di qualità della pittura (tenendo conto dei miei limiti) sia in termini di risparmio di tempo.
Sul realismo dell'uniforme, siate generosi!!! Forse sarebbe dovuta essere più chiara. Ma a me piace così!

Nella prima foto abbiamo un Plotone (più o meno) imbasettato per Crossfire.

Nella seconda una Squadra con un piccolo mortaio (peccato la sbavatura sul collo del servente con il proiettile!!!).

Nella terza uno sfiziosissimo "Gruppo Propaganda", di mia invenzione, con tanto di libretto di propaganda politica in mano!!!





venerdì 9 gennaio 2009

"Frammento 4" dal Diario di Pappo Lo Red

“Fu come svegliarsi da un lungo sonno.
Improvvisamente tutto divenne reale.
Fuori c’era la pioggia. Sottile, leggera, snervante.
L’ordine di intervento immediato, urlato a squarciagola, ruppe la noia e il silenzio.
In fretta, ci fu riferito che al Confine nord, nell’area delle “Interminabili Foreste”, una compagnia di fanteria, male addestrata, guidata da ufficiali alle prime armi, era caduta in una sanguinosa imboscata.
L’imperizia, il dilettantismo e il fattore sorpresa erano costati decine di uomini.
Toccava a noi intervenire sul posto, indagare, ed eventualmente agire.
La notizia era però trapelata. “Strano incidente”, lo definivano i media. “Piccola scaramuccia” lo etichettarono le autorità, lanciando velate ma inequivocabili accuse nei confronti della bande paramilitari di Predoni che infestano la zona, usando come pretesto presunte ambizioni indipendentiste.
Fummo paracadutati di notte, in assetto da guerra. In poche ore giungemmo sull’obiettivo designato, lo mettemmo in sicurezza, interrogammo i soldati superstiti e concludemmo che l’attacco era avvenuto durante un normale pattugliamento notturno a difesa di escavatori, generatori di corrente elettrica e materiale da costruzione, lungo il sentiero che collega l’installazione militare di Bobosìka con il cantiere scientifico di Nìsevyn. Poche miglia di marcia su una striscia di rocce e fango ghiacciato, soffocata da alberi tetri e opprimenti. Una trappola naturale.
Assolutamente nulla, invece, potevamo dire sull’identità degli assalitori.
Ma preservare la verità non è poi così utile.
Almeno non quanto tentare di salvare la faccia dopo aver mostrato ancora una volta, la nostra vulnerabilità al nemico. Chiunque esso sia.
Ingenui. Troppo ingenui.
Palansky non resterà a guardare.
Il Cantiere di Nìsevyn è, senza dubbio alcuno, la priorità assoluta.
Nell’ultimo ventennio, una lenta ma costante diminuzione dell’"Attività Anomala" del Confine Nord era stata rivelata proprio in corrispondenza del settore delle "Interminabili Foreste".
L’obiettivo era trovare il modo di rallentarla più rapidamente.

I “teorici del Varco”, scienziati visionari ma affidabili, erano convinti che la penetrazione delle orride nebbie non fosse più un’utopia.
Era solo una questione di tempo.
Dopo la nostra inaspettata Dichiarazione d’Indipendenza, la questione diventava urgente e drammatica.
Il Cantiere di Nìseryn è diventato la ragion d’essere di Undez.
Per questo motivo ora siamo qui noi.
Per custodirlo e difenderlo. E per sopravvivere.
Alla gloria del popolo Undez”.


(Dal Diario di Pappo Lo Red, Comandante "Secret Special Forces")